Il fiato manca per affrontare una rampa di scale e, col tempo, anche per una breve passeggiata. La tosse non lascia scampo, neppure la notte.
Sono questi i segnali che dovrebbero condurre rapidamente a un controllo dal medico di famiglia e quindi a una spirometria, a prescindere dall’età. Perché la broncopneumopatia cronica ostruttiva non interessa “solo” gli anziani ed è in costante aumento: a soffrirne sono un milione e seicentomila italiani. Diagnosticata spesso in una fase avanzata, è sottovalutata dai pazienti con una scarsa aderenza alle terapie e un alto costo socio-sanitario, mentre la cura più semplice per rallentarne il decorso è quella scelta e praticata con maggiore fatica: smettere di fumare.
Quali sono i numeri della BPCO?
La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia caratterizzata dall’ostruzione dei bronchi. Progredisce lentamente ed è causata da uno stato infiammatorio cronico delle vie aeree. Si calcola che ne soffra il 5% della popolazione mondiale: nel 2020 sarà la quarta causa di morte a livello globale con oltre 3 milioni di decessi. Da qui l’interesse dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di tutti i Paesi per prevenirla e trattarla con maggiore efficacia. In che modo incidono la sottostima dei sintomi o la mancata diagnosi precoce? I pazienti spesso ignorano di soffrire di BPCO e quindi la diagnosi può giungere a qualsiasi stadio della malattia: lieve, moderato, severo o grave. Una recente analisi promossa tra la popolazione sana dei donatori di sangue dell’AVIS di Milano ha evidenziato come tra 2200 soggetti il 2,3% presentasse con la spirometria un’ostruzione delle vie aeree di cui non era consapevole. Molte volte le persone che avvertono una mancanza di fiato pensano a un problema cardiologico, ignorando di soffrire di una patologia polmonare e arrivano poi alla diagnosi in una fase di malattia già avanzata.
Quali sono le comorbilità più frequenti?
Essendo causata principalmente dal fumo di sigaretta, la BPCO è spesso associata a neoplasie, cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa e insufficienza renale. Di solito la malattia si evidenza dopo i 60 anni e peggiora sensibilmente lo stato di salute complessivo. Col tempo può portare all’insufficienza respiratoria e, nelle fasi più gravi, all’ossigenoterapia continuativa a domicilio. Qual è la correlazione con l’asma? È una questione molto complessa. Spesso l’asma si confonde con la BPCO e la sua distinzione può risultare difficile, particolarmente negli adulti anziani e fumatori. Alcuni pazienti possono presentare delle caratteristiche cliniche sia di asma che di BPCO ed in questo caso parliamo di Sindrome overlap Asma-BPCO. In questa sindrome, ricorrente è un’anamnesi positiva per asma recente o passato, presenza di allergie respiratorie, spirometria con una certa sensibilità ad una terapia con broncodilatatore e la presenza di eosinofili, cellule dei globuli bianchi coinvolte nell’allergia, nell’espettorato.
Quali sono le terapie disponibili?
La prima e più efficace, assolutamente gratuita, è l’astensione dal fumo. Smettere rallenta in modo significativo la progressione della malattia e giova all’intero organismo migliorando tutti i parametri e riducendo in prospettiva il rischio di neoplasie e malattie cardiovascolari. Esistono poi in commercio diversi tipi di farmaci. I LAMA (agenti antimuscarinici a lunga durata d’azione) e i LABA, (agenti broncodilatatori a lunga durata d’azione) che agiscono sui beta recettori della muscolatura bronchiale dilatandola. Vi sono poi gli steroidi inalatori a lunga durata d’azione: essendo una malattia infiammatoria sono molto utili nei pazienti che presentano frequenti riacutizzazioni. È importante ricordare che i farmaci non incidono sulla storia naturale della malattia come invece accade smettendo di fumare.
Su quali obiettivi si sta concentrando la ricerca?
Di recente è stato introdotto il Roflumilast, che appartiene a una nuova generazione di farmaci biotech: è un inibitore selettivo a lunga durata d’azione della fosfodiesterasi 4 ed è utilizzato nella terapia della BPCO grave associata a bronchite cronica. Presenta caratteristiche anti infiammatorie, anti secretive e mucoregolatrici della clearance. In studio ci sono inoltre diversi altri farmaci volti a contenere e gestire meglio l’infiammazione nonché nuovi tipi di farmaci inalanti.
Quanto è grave la mancata aderenza alle terapie?
Spesso i pazienti sottovalutano la malattia: se si sentono bene non assumono i farmaci o lo fanno in modo discontinuo. La Regione Lombardia spende ogni anno circa 150 milioni di euro in farmaci respiratori: se calcoliamo che l’aderenza alle terapie dei pazienti con BPCO è del 30% ne consegue che 100 milioni di euro sono spesi inutilmente. Da qui la necessità di un forte impegno educazionale per migliorare la salute dei cittadini e contenere le spese.
Intervista a Paolo Banfi
• Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, in Fisiopatologia e FisioKinesiterapia Respiratoria, in Fisiologia e Fisiopatologia del Sonno
• Primario della U.O. Riabilitazione Pneumologica, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Milano
• Responsabile del Comitato scientifico di FederAsma e Allergie Onlus > federasmaeallergie.org di Luisa Castellini