Enuresi notturna: Incide sull’autostima del bambino ma spesso i genitori la sottovalutano: l’importanza di una corretta diagnosi e dei trattamenti
Molti bambini bagnano il letto durante il sonno: questa condizione si chiama enuresi notturna (NE) una “incontinenza notturna intermittente” che rappresenta oggi il secondo problema pediatrico più importante dopo le allergie, in quanto riduce il grado di autostima del bambino in maniera molto più incisiva di altre malattie croniche invalidanti, limitandone pesantemente la crescita identitaria.
Quando l’enuresi è l’unico sintomo e si manifesta solo durante il sonno si parla di enuresi mono-sintomatica, spesso associata a un’eccessiva produzione di urina durante la notte o a un difetto di risveglio. Quando sono presenti sintomi vescicali durante il giorno si tratta, invece, di enuresi non-monosintomatica. Ci possono essere altri problemi, soprattutto legati alla vescica, che vanno trattati prima di affrontare l’enuresi notturna. Un problema vescicale può dipendere da un’incompleta o ritardata maturazione della vescica, che riesce a riempirsi meno di quanto ci si aspetti per l’età. L’enuresi è chiamata secondaria quando non è presente da sempre, ma compare dopo almeno un anno in cui non si è mai bagnato il letto. In questi casi va presa in seria considerazione una causa fisica o psicologica. Come ha spiegato la dr Maria Laura Chiozza all’ultimo congresso della Sipps, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, «la misurazione e quantificazione del disturbo è un’arma molto potente e al tempo stesso rassicurante e una diagnosi ben fatta consente la piena guarigione»
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