Nei primi tre anni di vita, quasi il 30% dei bambini presenta un disturbo del sonno: come riconoscerlo?
Il sonno nei bambini può suscitare ansia e angoscia poiché determina la separazione dall’ambiente e dalle persone conosciute» spiega Susanna Esposito, ordinario di pediatria all’Università di Perugia e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici. «Il bambino deve essere accompagnato in questa fase con alcuni rituali come lavarsi i denti, mettere il pigiama, leggere o raccontare una fiaba». Ma quali sono i problemi più frequenti? Sicuramente i disturbi respiratori notturni: 1/3 dei bambini tra i 2-6 anni presenta russamento occasionale, il 15% russa abitualmente e il 2-5% ha una sindrome delle apnee morfeiche ostruttive. Se nell’adulto la sonnolenza diurna è un sintomo cardine, nel bambino è presente solo nel 20% dei casi, mentre si osserva soprattutto ipercinesia diurna. Anche il sonnambulismo è frequente: se gli episodi avvengono dopo 3-4 ore dall’inizio del sonno o si ripetono più volte nella stessa notte, è indicato uno studio polisonnografico notturno per escludere, ad esempio, un’epilessia del lobo notturno frontale. Quando il problema riguarda l’addormentamento potrebbe trattarsi della sindrome delle gambe senza riposo (incidenza del 2% tra i 5-17 anni) che si presenta con un’intensa irrequietezza motoria che costringe a continui movimenti delle gambe o ad alzarsi dal letto e camminare. Più rara la narcolessia (2-5 casi ogni 10.000 abitanti) i cui sintomi sono la sonnolenza diurna (non il semplice affaticamento) e gli attacchi cataplettici.