Funghi, dal bosco alla tavola con una sosta indispensabile: il controllo micologico
La nota dolente è sempre quella: il controllo all’Ispettorato Micologico della Asl.
Un servizio gratuito, obbligatorio per chi li vende o li cucina per il pubblico, ma solo raccomandato ai privati. Che spesso, forti di tanta esperienza, “dimenticano” di sfruttarlo. «La maggior parte delle intossicazioni da funghi avviene a causa di esemplari non controllati o regalati» spiega Davide Lonati, specialista del servizio di Tossicologia al Centro Antiveleni di Pavia.
Le specie di funghi lamellati si confondono più facilmente rispetto a quelli spugnosi. «Non esistono “prove” domestiche per riconoscere le specie commestibili, nè cotture o sistemi di conservazione che eliminano le tossine». I diversi tipi di intossicazione si distinguono per il periodo che intercorre tra l’ingestione e i sintomi.
Le sindromi a breve latenza (30 minuti-6 ore) di solito si risolvono entro 24 ore. Tra queste la gastrointestinale è la più frequente. Diverso il discorso per le sindromi a lunga latenza (6-12 ore) che possono causare danni d’organo molto gravi. Il consiglio è chiaro: quando si consuma un pasto a base di funghi e si presentano sintomi gastrointestinali o comunque sospetti bisogna recarsi al Pronto Soccorso o chiamare un Centro Antiveleni. Meglio evitare l’automedicazione col rischio di peggiorare la situazione: assumere un antiemetico, ad esempio, blocca il vomito ma prolunga l’intossicazione. I resti del pasto sono utili per la diagnosi. Il trattamento è polifarmacologico e mira a eliminare la tossina e a limitare il danno epatico.