Si impara fin da piccoli, quando i genitori dovrebbero proteggere da un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti.
Perché durante l’infanzia si assorbe fino all’80% della dose solare accumulata durante la vita e ogni ustione aumenta il numero dei nevi e il rischio di sviluppare un melanoma da adulti. Dal dibattito sulla crescita dell’incidenza dei tumori della pelle all’importanza dei comportamenti individuali fino alle tecniche del dermatologo: tutti gli strumenti della prevenzione, dalla scelta della crema all’autoesame con il “brutto anatroccolo”
Giuseppe Palmieri, Ignazio Stanganelli, Mario Mandalà, Pietro Quaglino, Gerardo Botti, Corrado Caracò, Vanna Chiarion Sileni, Anna Maria Di Giacomo, Paola Queirolo, Carlo Riccardo Rossi
• IMI – Intergruppo Melanoma Italiano > melanomaimi.it
La tentazione è grande: alzarsi più tardi, portare meno pesi, sentirsi più “liberi”. Eppure l’esperienza insegna che anche una sola giornata al sole nelle ore più calde senza adeguata protezione, la sera presenta subito il conto. Il primo è l’eritema. L’altro, più salato, arriva col tempo e gli interessi se di quelle scottature ne abbiamo prese troppe, soprattutto da piccoli. Perché il sole, amico del buon umore (libera endorfine), della crescita e delle ossa (promuove la sintesi della vitamina D) può causare negli anni danni importanti: dal fotoaging – l’invecchiamento della pelle caratterizzato da secchezza e ispessimento della cute, rughe, macchie, teleangectasie – alla fotocarcinogenesi, l’induzione di tumori della pelle.
Da qui l’importanza di esporsi al sole in modo consapevole, uno dei temi che saranno affrontati al prossimo congresso dell’Imi, Intergruppo Melanoma Italiano, a Milano dal 5 al 7 novembre. Al sole senza sorprese La prevenzione è questione di educazione e abitudine. Ecco quelle indispensabili:
• esporsi gradualmente per ridurre il rischio di scottature;
• evitare le ore centrali della giornata, dalle 11 alle 15;
• stare all’ombra il più possibile;
• usare creme solari adeguate al fototipo con filtri per UVA e UVB ad alto SPF: spalmarle in abbondanza ogni 2 ore e dopo ogni bagno;
• indossare cappello, occhiali da sole e se possibile maglietta; se ci si scotta facilmente, si hanno molti nevi o un fototipo chiaro essere molto cauti;
• chi assume farmaci, soffre di diabete, malattie croniche o dermatologiche deve confrontarsi col medico curante;
• fino all’anno i bambini non devono essere esposti al sole: dopo solo la mattina o la sera e sempre ben protetti;
• no a lampade e lettini solari che sono cancerogeni. Il dibattito sull’aumento dei casi di melanoma
È un tumore cutaneo e origina dalle cellule melanocitarie, le stesse dei nevi, che in seguito all’azione di differenti fattori possono mutare in senso neoplastico. Negli ultimi 50 anni, l’incidenza è aumentata del 5-8% l’anno negli individui bianchi di origine europea, soprattutto i più giovani. La natura di questo aumento è dibattuta. La controversia è se debba essere interpretato come un incremento di tipo “epidemico”, o se sia il risultato di uno screening intensivo affiancato a una migliore capacità diagnostica e un più elevato numero di biopsie.
Da qui nasce il concetto di eccesso diagnostico (over-diagnosis), che si riferisce all’aumento della sensibilità delle tecniche diagnostiche capaci di rilevare anche tumori a basso potenziale invasivo e di malignità. Dati recenti indicano tuttavia un’incidenza crescente di melanoma in tutti i gruppi a diverso spessore di invasione, inclusi quelli più spessi e nodulari. Questo suggerisce che l’aumento sia reale e non dovuto a una maggiore pressione nella rilevazione di queste lesioni cutanee. Nonostante questo aumento, e un aumento globale della mortalità, il tasso di sopravvivenza è migliorato grazie alla diagnosi precoce.
I tumori cutanei diversi dal melanoma
Tra i NMSC (non-melanoma skin cancers), anche l’incidenza del carcinoma squamoso o squamo-cellulare (squamous cell carcinoma, SCC) e di quello basocellulare (basal cell carcinoma, BCC) è aumentata negli ultimi 30 anni. Il rischio di sviluppare un carcinoma cutaneo aumenta con l’età e vi è una leggera predilezione per il sesso maschile. Il principale fattore esogeno di rischio è la radiazione ultravioletta (UV).
In Occidente, i comportamenti o le professioni che inducono un’esposizione cronica continua agli UV sono tra i fattori che contribuiscono all’aumento di tali patologie che fortunatamente hanno tassi di mortalità bassi ma necessitano di continui trattamenti medici e chirurgici. L’interazione tra i fattori di rischio Fattori ambientali o esogeni I più importanti sono l’esposizione solare e la fotoprotezione. Le ustioni solari sono il principale indicatore di aumentato rischio di melanoma. Studi recenti sembrano indicare che l’esposizione solare cronica (coinvolta nella patogenesi dei NMSC) determini un aumento della concentrazione media di melanina e di spessore cutaneo, inducendo un effetto protettivo sul melanoma. L’esposizione solare intermittente tipica della tintarella estiva, è coinvolta nella patogenesi del melanoma.
Fattori genetico-costituzionali o endogeni
Sono fototipo, numero di nevi e familiarità, inclusa la predisposizione genetica. A differenza del fototipo scuro (capelli e occhi neri o scuri) quelli chiari (capelli castani chiari/biondi/rossi e occhi blu/verdi) presentano un rischio relativo più elevato. Una carnagione chiara e la presenza di lentiggini sono associati a un rischio maggiore. Il rischio sembra aumentare col crescere del numero di nevi, a prescindere dalle dimensioni. La presenza di nevi multipli (superiori a 100 nevi totali sulla superficie corporea o superiori a 10 nevi totali sulle braccia) determina un rischio più elevato.
Gli strumenti della diagnosi precoce
Una migliore comprensione dei pattern di riconoscimento, l’implementazione della dermatoscopia nella pratica dermatologica, le campagne di prevenzione e di screening selettivo hanno anticipato in modo sensibile il riconoscimento dei tumori della pelle e sono fondamentali per ridurre la morbilità e la mortalità per melanoma.
La visita dal dermatologo
L’analisi per l’identificazione dei melanomi con spessore sottile si basa più sull’irregolarità complessiva acquisita in tempi rapidi, sul “brutto anatroccolo” e/o sulle modifiche riferite dal paziente. Diverso l’approccio per il melanoma nodulare, a rapida crescita, aggressivo e a prognosi infausta. In caso di lesioni sospette i parametri di valutazione sono, in particolare per gli anziani: recente insorgenza, rapida crescita, consistenza dura della lesione ed elevazione.