E’ chiamata a essere protagonista della sua salute e della prevenzione per le nuove generazioni: appuntamento in tante città con l’informazione e gli screening gratuiti
“In Italia le donne hanno un uguale accesso agli screening e alle cure ma i risultati non sono buoni come per gli uomini”.
A raccontare quanto pesi il genere in una malattia come il diabete è Titti Suraci, Vice Presidente di Diabete Italia e Coordinatrice Nazionale della Giornata Mondiale del Diabete . Un appuntamento che dal 6 al 18 novembre vede moltiplicarsi, anno dopo anno, il numero di eventi proposti sul territorio e che nel 2017 è dedicato proprio alla donna. Quando ha il diabete di tipo 1, benché sia trattata in maniera più intensiva la donna ha un compenso glicemico peggiore. Se ha il tipo 2, ha più probabilità di essere sovrappeso o obesa, di avere peggiori livelli di colesterolo-LDL e un rischio cardiovascolare maggiore, nonostante le medesime terapie degli uomini. Forse per una maggiore resistenza al trattamento con i farmaci, per anni testati solo sugli uomini, o una minore aderenza alle terapie. Sono queste alcune delle ragioni che rendono la donna più “sensibile” alla malattia. Non dimentichiamo poi il diabete gestazionale, la cui frequenza è del 7-14% delle gravidanze. Se ben trattato non mette a rischio né la mamma né il bambino: altrimenti potrebbe comportare problemi, come gestosi e malformazioni.
Da qui la necessità di migliorare la consapevolezza della donna e incrementare il suo accesso agli screening – soprattutto quando pensa a una gravidanza o è già in attesa. La donna sarà la protagonista della prevenzione per le future generazioni. Perché se il diabete di tipo 2, nella maggior parte dei casi, si può evitare, un corretto stile di vita è il primo traguardo da raggiungere.