Una nuova tecnica mini invasiva rende la chirurgia una scelta più semplice, anche per i giovanissimi
Quando in passato si è sofferto di una lussazione della spalla, l’articolazione più mobile e quindi instabile del corpo, non è raro che l’evento si ripeta, anche senza un trauma.
La fuoriuscita della testa dell’omero dalla cavità glenoidea della spalla «quasi sempre lacera delle strutture legamentose e capsulari che avvolgono i capi articolari e in alcuni casi si verificano anche delle lesioni ai segmenti ossei» spiega Marco Maiotti, Primario di Medicina e Traumatologia dello Sport all’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. È stato lui a mettere a punto una nuova tecnica mini invasiva con cui sono stati trattati circa 500 pazienti negli ultimi 8 anni. Si chiama A.S.A. (Augmentation Artroscopico del Sottoscapolare) ed è eseguita in artroscopia con piccole incisioni in anestesia locale. Il recupero è rapido: riposo con tutore per 4 settimane e fisioterapia per una ripresa funzionale completa in 3 mesi con pochissime recidive (3%). «La nuova tecnica A.S.A. è indicata in particolare nei pazienti affetti da iperlassità articolare di spalla o quando il tessuto capsulo-legamentoso da riparare è scadente a causa di lussazioni ripetute. In questi casi, il semplice intervento di riparazione del tessuto staccato non è sufficiente e bisogna ricorrere all’ausilio di un tessuto di supporto, una parte del tendine sottoscapolare, da usare come tessuto di rinforzo». Tra le controindicazioni, invece, un deficit osseo glenoideo di almeno il 20% alla TC, che impone l’intervento di Latarjet Patte a cielo aperto o innesti ossei per via artroscopica.