Nessun timore. Dopo un intervento alla spalla o al ginocchio è importante continuare a muoversi: basta scegliere le attività più adatte e non esagerare
Marco Maiotti • Specialista in Ortopedia e Traumatologia dello sport Primario dell’U.O.C. di Medicina e Traumatologia dello Sport presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma
All’indomani di un intervento chirurgico, magari importante come può essere una protesi al ginocchio, con tutto un percorso di riabilitazione ancora da iniziare, l’idea di poter tornare in sella a una bicicletta o su un campo da golf può sembrare lontanissima. In realtà l’attività sportiva dopo un intervento alla spalla o a un ginocchio non solo è possibile ma è fortemente consigliata.
Le precauzioni È importante scegliere un’attività adeguata insieme al proprio medico di fiducia e fare attenzione alle problematiche relative all’usura degli inserti in polietilene e alla mobilizzazione dei materiali che compongono la protesi. Un’attività ad alto impatto potrebbe infatti provocare dei microtraumi che un fisioterapista e preparatore atletico esperto di certo possono far evitare.
Le attività consigliate con una protesi alla spalla… Secondo lo studio ASES (American Shoulder and Elbows Surgeons) l’attività fisica è consigliata sia nei casi di endoprotesi (parziale) che di artroprotesi (completa).
In generale sono particolarmente adatti gli sport a basso impatto come la bicicletta, le passeggiate e gli esercizi aerobici, ma la maggior parte dei chirurghi consiglia anche nuoto e bowling. Meglio, invece, evitare le attività ad alto impatto che prevedono il contatto fisico.
Considerando che gli interventi di artroprotesi della spalla sono cresciuti nel 2015 del 9% e non riguardano “solo” gli anziani e che il problema interessa soprattutto le donne perché più soggette a osteoporosi e aumento del peso a seguito di menopausa, è evidente quanto sia fondamentale promuovere l’attività fisica in soggetti con protesi di questo tipo. … e con una protesi al ginocchio Anche in questo caso – in Italia si eseguono ogni anno 45mila interventi, con una crescita annua del 7% – l’attività motoria è importante per prevenire le malattie metaboliche e cardiovascolari e sostenere la qualità di vita.
In caso di protesi mono- e bicompartimentali – le più comuni nei pazienti con un peso nella norma e un’artrosi limitata a uno-due compartimenti senza particolari deviazioni assiali e lassità dei legamenti – e quindi di interventi mini-invasivi, si può riprendere l’attività sportiva già dopo sei mesi. Con le dovute precauzioni a dieci anni di distanza, il 90% degli impianti non subisce danni. Tra le attività consigliate – anche per chi ha protesi totali – ci sono bicicletta, nuoto, ballo da sala, tiro sportivo e golf. Per chi è più esperto, vanno bene anche attività aerobiche a basso impatto come ciclismo, bowling, canottaggio, trekking, equitazione, sci di fondo e scherma.
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