Il nostro DNA è ancora pressoché identico a quello dell’uomo primitivo. Questo significa che, nonostante il contesto nel quale viviamo sia estremamente diverso da quello preistorico, il nostro corpo è ancora programmato per essere attivo.
Il nostro organismo è quindi strutturato e ottimizzato per svolgere una regolare attività fisica. Solamente in questa condizione possiamo mantenerlo efficiente e sano, anche se la società moderna ci offre infiniti spunti per la sedentarietà.
La sedentarietà è infatti associata all’aumento di alcuni tra i disturbi e le malattie oggi più frequenti: insulino resistenza, ipercolesterolemia, ipertensione, diabete di tipo 2, malattie cardiocircolatori (infarto, miocardico, ictus, insufficienza cardiaca) e tumori, in particolare al colon e al seno.
Una regolare attività fisica favorisce il dimagrimento e contrasta l’obesità. Ma non solo: è stato dimostrato che è utile anche per prevenire e ridurre l’osteoporosi, il rischio di fratture, i disturbi muscolo-scheletrici (per esempio il mal di schiena) e per limitare i sintomi legati ad ansia, stress e depressione, grazie alla liberazione delle “molecole del buonumore” (endorfine e serotonina).
Cosa ancora più importante, per ottenere questi risultati non è necessario svolgere un’attività sportiva o fisica intensa come spesso si crede. È infatti sufficiente regalarsi una ventina di minuti al giorno come indica il Ministero della Salute nelle sue linee guida: bastano un minimo di 150 minuti di attività moderata alla settimana (60 per i bambini dai 5 ai 17 anni). Eppure, secondo un recente rapporto dell’ISTAT, il 39,2% delle persone sopra i 3 anni non svolge alcun tipo di attività fisica né agonistica né amatoriale.
Il dato allarmante è però quello che mette in relazione età e attività. È emerso infatti che il rischio sedentarietà aumenta progressivamente proprio nel momento in cui sarebbe più importante svolgere attività fisica, ovvero all’avvicinarsi della terza età, per contrastare la sarcopenia e il fisiologico invecchiamento del nostro corpo.
Se guardiamo ai giovani tra i 3 e i 24 anni i dati di sedentarietà non sono meno preoccupanti, in particolare per quanto riguarda il tempo passato a guardare tv e altri schermi. È così che i giovani impiegano circa il 50% delle ore libere. Risulta inoltre che solamente il 10% svolge un’adeguata attività fisica e questo li espone fin da giovani ad un aumentato rischio di sviluppare obesità e altre malattie legate alla sedentarietà.
È quindi importante spronare bambini e ragazzi a praticare giochi attivi, sport di squadra che, oltre a garantirne il benessere, facilitano lo sviluppo della capacità di concentrazione e di valori come lo spirito di squadra e il senso del dovere.