Quando parliamo di sale, non pensiamo subito a quello che aggiungeremmo all’acqua che bolle prima di buttarci la pasta: chiudiamo gli occhi e pensiamo alla sensazione della salsedine sulla nostra pelle dopo un bagno in mare. In una giornata uggiosa come questa sarebbe un sogno!
Tuttavia, l’allarme sale di cui parleremo non si riferisce a questa meravigliosa evocazione, ma fa riferimento, invece, all’uso scorretto di sale nella nostra dieta quotidiana al punto che, anche quest’anno, il 12 marzo ha preso il via la Settimana Mondiale per la sensibilizzazione sulla riduzione del consumo di sale promossa, fin dal 2005, dalla WASH World Action on Salt & Health. Scopo della settimana è sensibilizzare la popolazione a ridurre il consumo di sale a tutte le età, iniziando dall’infanzia.
Un consumo eccessivo di sale è alla base di numerosi disturbi cronici, non solo tipici dell’età senile: da patologie cardio-vascolari come ipertensione e infarto del miocardio, ma anche ictus cerebrale, fino a neoplasie dell’apparato gastrointestinale, malattie renali e osteoporosi.
5 grammi al giorno è la quantità massima raccomandata dell’OMS: sappiamo realmente non oltrepassarli con le nostre abitudini quotidiane? In Italia, si stima che il consumo sia di circa 10 g per gli uomini e 8 g per le donne, ben lontani dai valori consigliati! Iniziamo con il seguire, non solo per questa settimana di sensibilizzazione, le “5 ways to 5 grams” consigliate:
- Diminuire gradatamente l’aggiunta di sale ai piatti, iniziando dai nostri preferiti, affinché il palato si abitui passo passo a un gusto più vero e genuino;
- Limitare il consumo di cibi pronti e trasformati dall’industria, snack dolci e salati, affettati, salumi, formaggi stagionati, dado, prodotti in scatola; scegliere verdure fresche di stagione e legumi secchi o freschi; qualora li utilizziate in scatola, scolare e sciacquare con acqua corrente per qualche minuto;
- Usare spezie, erbe aromatiche, limone, gomasio al posto del sale per insaporire e abituare il palato a un nuovo gusto; creare il brodo esclusivamente con l’aggiunta di verdure fresche e aromi: utilizzare questa regola fin dalla preparazione del brodo nelle pappe dei bambini durante lo svezzamento;
- Mettere il sale e le salse (maionese, ketchup, senape, salsa di soia) lontano dalla tavola, così da perdere l’abitudine di aggiungerli al pasto una volta seduti a tavola. Evitare di acquistare le salse, qualora possibile;
- Controllare le etichette dei prodotti alimentari confezionati quando fate la spesa, cercando prodotti che non lo aggiungano nella lista degli ingredienti. Qualora ci fosse l’aggiunta di sale, ricordate di leggerlo in etichetta come ultimo ingrediente: questo sta a significare che la sua aggiunta sarà più bassa rispetto agli altri ingredienti. In particolare, si considera alto il valore di sale aggiunto se risulta superiore a 1-1,2 g/100g di prodotto, medio se risulta tra 0,3g e 1g/100g e basso se viene riportato inferiore a 0,3g/100g. Ricordiamoci che, spesso, in etichetta, troviamo riportata la quantità di sodio: 1 g di sodio corrisponde a 2,5 g di sale. A noi l’ardua sentenza su ciò che abbiamo in dispensa!
In farmacia, promuoviamo questa settimana tutto l’anno, consigliando ai pazienti, a cui misuriamo la pressione e la scopriamo al limite dei valori corretti, un’alimentazione meno ricca di alimenti salati per natura o per aggiunta, consigliando l’acquisto di alternative salutari come il gomasio, insaporitore tipico della cucina macrobiotica a base di semi di sesamo tostati e una piccola aggiunta di sale. Aiuterete così a migliorare una condizione pre-patologica, ma anche ad apprezzare nuovamente sapori più autentici.