San Michele pesatore di anime e il Cristo farmacista
Antonio Corvi
• Officina Farmaceutica Corvi, Piacenza
già Presidente dell’Accademia di Storia della Farmacia Italiana
Dagli archivi di Piacenza una riflessione su due antiche iconografie accomunate dalla bilancia, simbolo dell’arte apotecaria
Notai piacentini del XIV secolo, costretti per lunghe ore a minuta e ordinata calligrafia, cercavano di vincere lo stress con una curiosa usanza. Disegnavano sulle copertine pergamenacee, ma anche a margine delle carte raccolte nei loro voluminosi testi, le più svariate immagini di uomini, animali e simboli dimostrando molta fantasia. Tra queste spicca un disegno di San Michele Arcangelo in atto di pesare le anime dei trapassati, che è stato di recente scelto come emblema di una mostra all’Archivio di Stato di Piacenza.
Gli omuncoli disegnati sul piatto di destra sono le anime buone, a differenza di quelle a sinistra. Un piccolo diavolo cornuto e col muso di cane tenta di impadronirsi di queste ultime anticipando il Giudizio. Da notare gli abiti inusuali dell’Arcangelo, che veste un panneggio minuzioso e quasi sacerdotale. Rappresentato di solito con una lucente armatura, è considerato il capo degli angeli fedeli nella lotta combattuta per precipitare Satana e gli angeli ribelli nell’Inferno. Forse per questo spetta a lui presentare al supremo Giudizio le anime dei morti – una figura simile al Mercurio della mitologia greca. Da qui a pensare che l’Arcangelo soppesasse le anime, il passo è breve.
L’iconografia abituale lo ritrae con spada o lancia, ma spesso è munito di bilancia: così nei secoli è diventato patrono dei guerrieri ma anche degli speziali, che della bilancia hanno fatto simbolo di onestà e precisione della dose. Possiamo ipotizzare che dalla conoscenza di queste immagini sia sorta una devozione che si è intensificata in tutta l’area europea e in particolare dal XVII al XIX secolo? Nei primi tempi la figura del “Cristo farmacista” mostra il Salvatore che cura i mali dell’uomo come nel dipinto in cui prepara una ricetta per Adamo ed Eva. In seguito nelle rappresentazioni si precisa l’ambiente, la farmacia con arredi e scaffali, e si concentra l’attenzione sulla bilancia, impiegata per valutare i peccati come mostra il celebre dipinto del Cristo apotecario del 1747 conservato al Museo dell’Arte Popolare di Vienna. L’opera mostra interessanti analogie col disegno del notaio piacentino del XIV secolo e con una ceramica toscana del primo ‘900 conservata nell’Officina Farmaceutica Corvi, sempre a Piacenza, che rappresenta un Cristo con lo strumento simbolo dell’arte apotecaria. Testimonianze dello studio e della diffusione di queste antiche e inusuali iconografie in tutta Europa.