Da problemi di peso erroneamente attribuiti a disordini delle abitudini alimentari, a ritardi nello sviluppo non imputati subito a problemi endocrinologici. Ipo e ipertiroidismo non sono i primi problemi ai quali si pensa nei bambini e nei ragazzi, ma la loro individuazione precoce permetterebbe di risolvere molti disturbi con le cure opportune. Gli ormoni tiroidei sono determinanti nelle prime fasi dello sviluppo, ma anche in seguito, quando contribuiscono al completamento dell’accrescimento fisico e dello sviluppo mentale.
Durante la pubertà, la funzione tiroidea si integra nei complessi cambiamenti che investono la secrezione di molti altri ormoni e, tutti insieme, guidano le modificazioni di organi e tessuti. Da qui l’importanza, soprattutto in bambine e ragazze, di un tempestivo riconoscimento di eventuali disfunzioni: i segnali ai quali prestare attenzione, gli esami e le terapie.
Le disfunzioni e le malattie della tiroide sono sicuramente più rare nei bambini e negli adolescenti ma non per questo devono essere sottovalutate. Gli ormoni prodotti dalla tiroide giocano un ruolo determinante nella regolazione dei cambiamenti ai quali l’organismo va incontro durante lo sviluppo puberale. Tiroxina (T4) e triiodotironina (T3) contribuiscono a regolare la funzione di osteoblasti e osteoclasti, le cellule che intervengono nella formazione e nel metabolismo del tessuto osseo e che sono molto importanti in questa fase, in cui la crescita staturale è ancora intensa. La T3, inoltre, regola lo sviluppo dei testicoli. Gli ormoni tiroidei contribuirebbero anche a determinare i tempi dello sviluppo puberale, visto che in ragazze con livelli più alti di T4 totale e T4 libera, è stato osservato un anticipo della pubertà, ed influenzano denti, muscoli e sistema nervoso. Non dimentichiamo che ancora un secolo fa non erano rare le forme di cretinismo dovute alle gravi carenze di iodio riscontrabili in alcune aree del nostro paese. Le malattie della tiroide dall’infanzia all’età adulta Nel corso dello sviluppo puberale, non solo la tiroide contribuisce alla modificazione di altri organi e tessuti, ma cambia essa stessa, aumentando di volume e modificando la secrezione di T3 e T4, anche se su questo aspetto ci sono evidenze discordanti. A parte l’ipotiroidismo congenito, che abitualmente viene diagnosticato nei primi anni di vita e, se trattato, non influisce sulle fasi successive, restano da considerare altre forme di ipo- o ipertiroidismo dell’età pediatrica. Le tiroiditi autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto, si possono presentare in bambini e in adolescenti, seppure meno spesso che negli adulti. A volte si associano ad altre patologie autoimmuni, come la malattia celiaca, l’artrite reumatoide, la gastrite autoimmune e la malattia di Addison. Inoltre, la prevalenza della malattia di Graves è aumentata in bambini e in adolescenti con la Sindrome di Down. Altri due fattori che possono condizionare la funzione della tiroide, anche in età pediatrica, sono la carenza di iodio e l’introduzione nell’organismo di sostanze inquinanti come i perclorati. Segni o sintomi di ipo- o ipertiroidismo in bambini o adolescenti, andrebbero sempre interpretati analizzando la presenza di eventuali fattori predisponenti. Oltre a quelli già citati, c’è il sesso: nelle femmine adolescenti l’ipotiroidismo è fino a cinque volte più frequente che nei maschi. La difficoltà della diagnosi Salvo le modificazioni dell’aspetto del collo o l’esoftalmo, le manifestazioni più frequenti delle disfunzioni tiroidee sono del tutto aspecifiche, in questa fascia di età come negli adulti. Variazioni di peso, della frequenza cardiaca o dell’alvo, irritabilità o astenia, oltre che di disfunzioni della tiroide, possono essere la manifestazione di molte altre patologie, anche più frequenti in questo periodo della vita. Un’accurata anamnesi e un’attenta analisi di segni e sintomi, possibilmente raccolti per un periodo di tempo adeguato, possono indirizzare verso una diagnosi di ipo- o ipertiroidismo. Il primo approfondimento diagnostico richiede pochi esami di laboratorio, anche il solo dosaggio dell’ormone tireotropo (TSH). Per motivi legati alle tecniche utilizzate e al numero di esami eseguiti, i laboratori dei centri specializzati nella valutazione delle disfunzioni endocrine, anche di soggetti pediatrici, offrono maggiori garanzie in merito. Un ultimo aspetto da considerare nell’individuazione delle disfunzioni tiroidee in età pediatrica è che l’ipotiroidismo, in particolare, si può presentare in forma subclinica, cioè non manifesta. In alcune casistiche, la frequenza di questo quadro è del 2%, in età pediatrica. Identificare un ipotiroidismo subclinico è importante perché esso in molti casi si risolve, ma in altri evolve in una forma clinicamente evidente. Le terapie Una volta formulata la diagnosi, per l’ipotiroidismo la terapia si basa sulla levotiroxina, ponendo la massima cura nella definizione e nell’adattamento nel tempo della dose. Per l’ipertiroidismo si usano farmaci anti-tiroidei, radioiodio o intervento chirurgico, con un’attenta personalizzazione dell’approccio.
di Tommaso Sacco
Specialista in Medicina Interna, Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, e in Endocrinologia – Direttore Scientifico della Fondazione Cesare Serono > fondazioneserono.org